OTOSCLEROSI

 

otosclerosi

In questa pagina vogliamo fornire alcune informazioni che Le permetteranno di affrontare in maniera preparata l’intervento chirurgico necessario per risolvere la sua patologia. L’otosclerosi, detta anche otospongiosi, è una distrofia (sofferenza e degenerazione) delle strutture ossee del labirinto. E’ generalmente bilaterale e compare in soggetti di età compresa tra i 20 e 30 anni, con maggiore prevalenza nel sesso femminile che è generalmente colpito con frequenza doppia rispetto a quello maschile. Raramente si manifesta dopo i 50 anni. A causa di questo processo osteodistrofico si verifica un “blocco” (anchilosi) del movimento della staffa nella finestra ovale. I focolai otospongiotici provocano ipoacusia (perdita di udito) con caratteristiche molto particolari: dapprima di tipo trasmissivo, si trasforma successivamente in una forma di tipo misto e poi percettivo a causa della progressiva sofferenza delle strutture cocleari deputate alla percezione dei suoni (organo del Corti). La malattia porta inevitabilmente ad una perdita uditiva di notevole grado. La malattia si trasmette con un meccanismo di tipo ereditario, prevalentemente legato al cromosoma sessuale X e ciò spiegherebbe la maggior incidenza della malattia nelle donne. L’otosclerosi insorge spesso nella pubertà e si aggrava con la gravidanza ma soprattutto con l’allattamento. La diagnosi viene formulata su base anamnestica e valutando i risultati degli esami audiologici.

Finalità dell’intervento

Lo scopo dell’intervento è quello di eliminare la fissità della staffa, ricostruendo la continuità ossiculare e permettendo così alle vibrazioni di essere trasmesse dalla membrana timpanica all’orecchio interno. La staffa viene sostituita con una protesi in materiale sintetico (teflon o metallo).

Realizzazione dell’intervento

otosclerosi

L’intervento, che viene realizzato con l’aiuto del microscopio operatorio, prevede di norma l’ anestesia locale. E’ comunque indispensabile la valutazione anestesiologica preoperatoria. Il medico anestesista rianimatore risponderà a tutte le Sue domande relative alla propria specializzazione. L’approccio chirurgico si effettua in genere mediante un accesso attraverso il condotto uditivo esterno e prevede la rimozione della sovrastruttura della staffa. In seguito, viene realizzato un microforo da 0,6 mm o 0,8 mm (in base alla conformazione anatomica) nel quale viene inserito un pistone, solitamente in teflon, collegato all’apofisi lunga dell’incudine al fine di ricostituire la continuità ossiculare. In casi eccezionali occorre rimuovere tutta la platina della staffa e richiudere la finestra ovale con un frammento di pericondrio o di vena.

Decorso post-operatorio

Le cure postoperatorie sono in genere molto semplici e consistono, soprattutto, in cure locali e controlli medici. La durata del ricovero ospedaliero è in genere di 2-3 giorni in quanto, essendo stato aperto l’orecchio interno (labirinto), sarà presente una sintomatologia vertiginosa caratterizzata da instabilità e nausea, che va via via diminuendo sino alla totale scomparsa della sintomatologia.

Prof. Marco Fusetti